Cronologia della Resistenza

Cronologia della Resistenza

1943

10 luglio: Inizia l'Operazione Husky: gli Alleati anglo-americani sbarcano sulle coste meridionali della Sicilia, tra Licata e Siracusa. Il controllo dell'isola viene concluso entro il 17 agosto.

19 luglio: Bombardamento del quartiere di San Lorenzo a Roma da parte degli Alleati.

24 luglio: Nella notte al Gran Consiglio del fascismo viene votato l’Ordine del Giorno presentato da Dino Grandi: Mussolini deve rimettere al re il comando delle forze armate.

25 luglio: Vittorio Emanuele III destituisce Mussolini e lo fa arrestare. Il maresciallo Pietro Badoglio, nominato capo del Governo, forma un governo di "tecnici" senza rappresentanti dell'opposizione antifascista. Comincia così il cosiddetto "Governo dei Quarantacinque giorni". Le manifestazioni antifasciste nel paese vengono represse: il bilancio parla di 83 morti e 516 feriti. Si avviano trattative segrete con gli Alleati (Lisbona, 3 agosto).

29 luglio: Viene sciolto il PNF e abolito il Tribunale Speciale. A Roma si costituisce in clandestinità il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) formato dai rappresentanti dei partiti antifascisti (Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito d'Azione, Partito Liberale, Partito Socialista e Democrazia del Lavoro) sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi.

La Wehrmacht rafforza le sue truppe in Italia.

Settembre: Il comando militare del PCI costituisce i Gruppi d’Azione Partigiana (GAP) per organizzare la guerriglia urbana, attentati e sabotaggi.

3 settembre: Il generale Bernard Montgomery, alla guida dell’VIII Armata GB, sbarca in Calabria. Il generale Giuseppe Castellano firma l’armistizio con gli Alleati a Cassibile in Sicilia. Il cosiddetto "Corto Armistizio" prevede le sole clausole militari della resa italiana.

8 settembre: Badoglio annuncia alla radio l’armistizio con Gran Bretagna e USA. L’esercito, colto impreparato, è allo sbando, i tedeschi nei giorni successivi, nel quadro dell’Operazione Alarico, catturano e disarmano 600.000 soldati italiani, che in gran parte verranno inviati nei campi di concentramento in Germania.

9 settembre: Sbarco Alleato a Salerno e Taranto. Vittorio Emanuele III e Badoglio lasciano Roma per rifugiarsi a Brindisi, proclamata nuova sede del governo. Le armate cominciano a risalire la penisola, gli statunitensi sul versante tirrenico e i britannici su quello adriatico.

9-10 settembre: A Roma, soldati e cittadini italiani tentano inutilmente di liberare la città delle truppe tedesche. Dopo la battaglia di Porta San Paolo viene firmata la resa. Roma è proclamata "città aperta".

12 settembre: Le SS liberano Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore (Gran Sasso) e lo conducono in Germania.

15 settembre: Mussolini fonda il Partito Fascista Repubblicano (PFR), guidato da Alessandro Pavolini.

16-17 settembre: le avanguardie statunitensi e britanniche si ricongiungono nei pressi di Vallo di Lucania, 60 Km a sud di Salerno. L' Italia meridionale è quasi totalmente nelle mani degli Alleati.

18 settembre: I tedeschi evacuano la Sardegna.

22 settembre: La Divisione dell’esercito italiano "Acqui" di stanza a Cefalonia, che da otto giorni combatte contro i tedeschi, accetta la resa e viene in gran parte massacrata (più di 5.000 tra soldati ed ufficiali vengono trucidati).

23 settembre: Mussolini rientra in Italia e e assume le funzioni di Capo dello Stato della Repubblica Sociale Italiana (RSI). Sede del nuovo governo fascista è Salò.

27 settembre: I britannici entrano a Foggia.

27-30 settembre: Le "Quattro giornate di Napoli". Nella notte fra il 27 e il 28, la popolazione si rifornisce di armi e la mattina successiva inizia la battaglia nelle vie cittadine, particolarmente dura nel quartiere Vomero. I tedeschi inviano in città i carri armati e i reparti attestati sulle colline circostanti che però vengono bloccati dagli insorti a Capodimonte ed a Capodichino. Il 29 la rivolta divampa in tutta Napoli e gli scontri si fanno sempre più duri ed intensi. Il 30 il comandante tedesco W. Scholl abbandona Napoli, mentre le sue truppe lasciano definitivamente la città nella nottata. Il 1 ottobre, pur con qualche resistenza di qualche piccolo nucleo di fascisti, le truppe americane entrano a Napoli già liberata.

29 settembre: Viene firmato a Malta il "Lungo Armistizio" con gli Alleati, che in 44 articoli fissa le condizioni della resa italiana, in particolare per l'epurazione degli elementi fascisti e delle istituzioni, e il controllo della stampa da parte alleata.

Ottobre: La "forza armata" della Repubblica Sociale si organizza: Rodolfo Graziani, nominato ministro della Difesa, organizza l’esercito della RSI; Renato Ricci dà vita alla Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), che dal marzo 1945 verrà incorporata nell’esercito repubblicano; Junio Valerio Borghese costituisce la formazione autonoma X MAS. Nell’Italia meridionale l’esercito tedesco, si attesta lungo l’asse dei fiumi Garigliano sul Tirreno e Sangro sull’Adriatico, la cosiddetta "Linea Gustav".

12 ottobre: L’Italia dichiara guerra alla Germania.

16 ottobre: A Roma, mentre i tedeschi rastrellano e deportano in Germania 1023 abitanti del ghetto ebraico, il CLN si riunisce clandestinamente e, dopo essersi rifiutato di appoggiare il governo Badoglio, approva un ordine del giorno che chiede un governo espressione delle forze popolari.

6 novembre: Gli Alleati si attestano sulla "Linea Bernhardt" che correva da Venafro (IS) fino al Tirreno.

28 novembre: i Britannici lanciano una violenta offensiva sul fronte del Sangro e nel gennaio 1944 giunge fino ad Ortona.


1944

gennaio: A rinforzo dello schieramento alleato in Italia arrivano il Corpo di spedizione francese del generale A. Juin, e il II Corpo d’Armata polacco del generale W. Anders, per un totale di otto nuove divisioni. In Italia i tedeschi continuano a resistere sulla "Linea Gustav", nonostante i pesanti bombardamenti alleati che distruggeranno, pressoché interamente, l’antica abbazia benedettina di Montecassino e gran parte della città di Cassino, causando la morte di molti civili.

8 - 10 gennaio: processo di Verona contro i gerarchi del PNF che avevano votato la destituzione di Mussolini nella famosa seduta del Gran consiglio del 25 luglio, Ciano, De Bono e altri vengono condannati a morte e giustiziati l’11 gennaio.

22 gennaio: la VI Armata USA comandata dal generale Lucas, sbarca ad Anzio (Operazione Shingle), alle spalle del fronte tedesco, ma lo sbarco non ebbe un esito positivo dal punto di vista strategico e la pronta reazione della XIV Armata tedesca del generale von Mackensen inchioda per mesi i 50.000 marines.

28 - 29 gennaio: Congresso dei partiti antifascisti a Bari, che si pronuncia a favore dell’immediata abdicazione del re e della convocazione di un’assemblea costituente alla fine della guerra.

18 febbraio: Nella RSI viene emanato il "bando Graziani" che punisce con la pena di morte i renitenti alla leva.

marzo: URSS, GB, USA riconoscono il governo Badoglio.

1-9 marzo: le forze antifasciste aderenti al CLN (in particolare il Partito Comunista) proclamano ed attuano lo sciopero generale, che ha successo in tutto il nord Italia, specialmente nelle città del triangolo industriale (MI-TO-GE), fu l’unico grande sciopero dell’industria nell’Europa occupata dai nazisti. La reazione dei tedeschi e della polizia fascista fu durissima e centinaia di operai furono deportati in Germania.

13 marzo: "Svolta di Salerno"; Togliatti, appena rientrato dall’URSS, propone la formazione di un governo d’unità nazionale.

23 marzo: in Via Rasella i GAP romani attaccano un’intera compagnia del battaglione "Bozen", causando la morte di 32 militari (un altro morirà in seguito alle ferite riportate). Il tenente colonnello Kappler esegue l’immediata rappresaglia su ordine diretto di Hitler: 335 cittadini (antifascisti, ebrei e cittadini comuni) vengono uccisi con un colpo alla nuca presso le cave di arena della Via Ardeatina (Fosse Ardeatine).

21 aprile: si forma il "governo dei sei partiti" (partito democristiano, partito socialista, partito comunista, partito d’azione, partito liberale, partito democratico del lavoro) presieduto da Badoglio, il primo gabinetto politico nato dopo la caduta del fascismo.

11 maggio: il generale britannico Harold Alexander scatena un attacco coordinato contro le truppe tedesche attestate sulla "Linea Gustav".

18 maggio: le unità avanzate del II Corpo polacco prendono Montecassino. Le forze alleate dilagano oltre le linee da Cassino al Tirreno.

23 maggio: le truppe americane della VI Armata sfondano le linee ad Anzio. Il fronte si dirige verso Roma.

Giugno: si costituisce il Corpo Volontari della Libertà (CVL). In concomitanza con la liberazione di Roma e lo sbarco in Normandia, la guerriglia partigiana esplode in tutta Italia, mettendo in pericolo le vie di comunicazioni tedesche. L’inizio dell’estate corrisponde ad una crescita accelerata e tumultuosa della Resistenza. Le piccole bande partigiane diventano rapidamente grandi brigate, le azioni contro fascisti e tedeschi diventano innumerevoli e quasi giornaliere, nelle campagne si organizzano le Squadre d’azione partigiana (SAP) per proteggere i contadini dalle razzie tedesche.

4 giugno: Roma è liberata dalle forze della V Armata USA.

6 giugno: sbarco alleato in Normandia (Operazione Overlord), in breve le forze alleate, al comando del gen. Eisenhover liberano Cherbourg (27 giugno) e Caen (30 luglio) e penetrano il "Vallo Atlantico" la linea di difesa del territorio tedesco.

10 giugno: Badoglio viene costretto alle dimissioni al suo posto subentra Ivanoe Bonomi, diretta emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale.

17 giugno: il feldmaresciallo Albert Kesserling dichiara la popolazione civile responsabile della presenza dei partigiani. I tedeschi e i fascisti italiani intensificano la tattica degli eccidi (per rappresaglia o meno) in tutti i territori occupati. L’uccisione per ritorsione, con modalità intimidatorie, di ostaggi e civili diviene pratica corrente.

24 giugno: a Palazzo del Pero cadono le prime dieci vittime delle nuove disposizioni di Kesserling.

25 giugno: il CVL per dare impulso alla lotta e superare i limiti di una guerriglia concentrata sui colpi di mano e i sabotaggi, emana una direttiva per pianificare un’offensiva di grande rilievo strategico. Tale ciclo operativo mirava all’occupazione di paesi e vallate da cui portare attacchi ai tedeschi e ai fascisti, mobilitando la popolazione a sostegno della guerriglia. Tra giugno e settembre le formazioni partigiane liberano molte zone dalla Valsesia al Fiuli, dall’Appennino emiliano a quello ligure.Nelle zone libere i provvedimenti di carattere politico amministrativo ed economico, fanno capo in un primo momento essenzialmente ai capi partigiani, successivamente nelle Langhe, nella Carnia, nel Monferrato, nella Valdossola, si costituiscono vere e proprie giunte comunali, legittimate dal popolo, che anticipano la creazione di organismi di governo sull’intera zona. Le zone libere, nonostante le condizioni oggettive d’estrema precarietà, rappresentano nelle loro espressioni più compiute la maturità raggiunta dal movimento partigiano, una maturità che si manifestava nella consapevolezza dei contenuti politici e sociali della lotta armata e nella traduzione concreta del rinnovamento della società in senso democratico.

1 luglio: comincia la militarizzazione del PFR, su ordine di Mussolini tutti gli iscritti tra i 18 e i 60 anni (poi allargati fino ai 14 anni) vengono inquadrati nelle Brigate Nere, formazioni militari ausiliari impegnate a fianco dei tedeschi nella lotta ai partigiani.

4 luglio: a Cavriglia le truppe tedesche ammazzano 73 persone.

23 luglio: le truppe americane entrano a Pisa.

Agosto: il fronte di guerra italiano si attesta sulla "Linea Gotica"; le formazioni partigiane che operano a ridosso del fronte compiono numerose azioni con attacchi a sorpresa ai capisaldi tedeschi. Le operazioni belliche degli Alleati sembrano risentire di due diverse strategie: per i britannici, impiegati sul fronte adriatico della Gotica, raggiungere Trieste era fondamentale, mentre per gli americani impegnati sul fronte tirrenico, lo sbarco previsto nella Francia meridionale richiese lo spostamento di sette divisioni dall’Italia; l’attacco alleato alla "Linea Gotica" non sempre venne condotto con chiarezza di obiettivi e coordinamento nella manovra, anzi, denota una non trascurabile confusione operativa.

12 agosto: a Sant’Anna di Stazzema reparti della 16a Divisione granatieri corazzati SS al comando del maggiore Walter Reder, massacrano 560 persone.

25 agosto: nel quadro dell’Operazione Olive l’VIII Armata GB supera il Metauro e avanza su di un fronte di circa 50 Km in direzione del Folgia. Inizia l’attacco alla "Linea Gotica", un fronte di circa 280 Km e una profondità di 20, che correva da Pesaro a Massa con istallazioni difensive permanenti nelle aree costiere e collegamenti artificiali dei contrafforti naturali del lungo tratto montano dell’Appennino toscoemiliano.

30 agosto: sul fronte adriatico la 4a Divisione indiana effettua il primo attacco alla "Linea Gotica" nell’area di Tavoleto e Montecalvo. La difesa tedesca viene perforata in molti punti ma la resistenza delle truppe tedesche è accanita, solo dopo un’aspra battaglia a Coriano (13-14 settembre) la via è finalmente libera per avanzare verso Rimini ma a costo di numerose perdite.

Settembre-novembre: la rappresaglia tedesca contro le forze partigiane è durissima, rastrellamenti ed eccidi (di cui sono protagonisti la Divisione alpina Monterosa, la San Marco, l’Armata Liguria) si intensificano in tutta la zona di retrovia della "Linea Gotica", in pratica è coinvolta l’intera Italia settentrionale. In Veneto e in Friuli i rastrellamenti tedeschi investono prima l’altopiano di Asiago, il Consiglio, le vallate dei Lessini e del Chiampo, e successivamente il monte Grappa (Operazione Piave) e il Friuli orientale (Operazione Klagenfurt) dove reparti di SS e cosacchi infliggono pesanti perdite ai partigiani, bruciano interi paesi e compiono numerosi stragi. Particolarmente tragico l’esito del rastrellamento del Grappa che durò dieci giorni, condotto da reparti di polizia, della Luftwaffe e delle Brigate nere contro circa 1300 partigiani di diverse brigate che decisi a resistere ad oltranza, subirono gravissime perdite (300 caduti in battaglia, 171 tra impiccati e fucilati, e circa 400 deportati). Le azioni tedesche nell’Italia nord-orientale si intensificano, Kesserling tra l’8 e il 14 ottobre ordina un’altra settimana di lotta alle bande partigiane e nuovi rastrellamenti per assicurarsi il controllo delle vie di comunicazione. Sull’Appennino toscoemiliano, nei territori alle spalle della "Linea Gotica", le truppe tedesche si scagliano contro le formazioni partigiane e la popolazione civile. Tra settembre e ottobre si moltiplicano gli scontri e gli eccidi; dalla Battaglia di Monte Sole (la Brigata Stella Rossa, una delle prime a compiere sabotaggi e attentati contro le forze tedesche, viene sgominata) alla strage di Marzabotto i reparti del battaglione del maggiore SS Walter Reder, si rendono protagonisti di una lunga e feroce catena di eccidi. Nella zona piemontese i rastrellamenti tedeschi coinvolgono le zone libere della Valdossola e delle Langhe; il 9 ottobre tedeschi e fascisti iniziano l’Operazione Avanti, protrattasi fino al 4 novembre, le formazioni partigiane della Valdossola, dopo aspri combattimenti, ripiegano in Svizzera e in Valsesia, seguite da migliaia di abitanti della zona. Nelle Langhe il 2 novembre tedeschi e fascisti riconquistano la città di Alba precedentemente liberata dalle forze partigiane il 10 ottobre (I ventitré giorni della città di Alba). Operazioni analoghe coinvolgono il Monferrato, il Genovese e l’Oltrepò.

1 settembre: Firenze viene liberata dalle forze partigiane. La liberazione di Firenze è una tappa decisiva della lotta partigiana perché segna il definitivo superamento delle posizioni attendiste e dimostra la capacità del CLN di organizzare e guidare l’insurrezione e il ritorno alla vita civile e democratica. La prova fornita dai partigiani nella liberazione della città, induce i comandi alleati a mutare il loro atteggiamento nei confronti della Resistenza con una prima utilizzazione di reparti organici di patrioti prima nel Casentino e in Versilia, e successivamente nelle Alpi Apuane e in Garfagnana.

21 settembre: Rimini è liberata dall’VIII Armata GB.

29 settembre: a Marzabotto la 16a Divisione granatieri corazzati delle SS del maggiore Walter Reder, supportate da guide fasciste e reparti delle Brigate Nere, uccidono 770 civili, in gran parte donne e bambini.

13 novembre: dopo mesi in cui l’iniziativa alleata in Italia ha perso progressivamente d’intensità il fronte alleato si attesta sulla "Linea Gotica". Con il "Proclama Alexander" il comandante in capo delle truppe alleate nel Mediterraneo, feldmaresciallo Harold Alexander, annuncia la conclusione della campagna estiva contro la "Linea Gotica" ed invita gli aderenti alla resistenza armata a sospendere le azioni su vasta scala e attestarsi su posizioni difensive. Il contraccolpo militare e psicologico del proclama Alexander, diramato da Radio Italia Combatte, su un movimento partigiano già in difficoltà per il massiccio attacco tedesco, è notevole e provoca un momentaneo senso di sbandamento.

2 dicembre: il CVL invita tutti i comandi regionali a interpretare il proclama Alexander nel senso dell’apertura della campagna invernale: non si trattava di smobilitare ma di passare ad una nuova strategia in considerazione delle mutate condizioni belliche e climatiche (l’inverno 1944-45 fu particolarmente rigido, rendendo molto precaria la sopravvivenza, soprattutto delle formazioni partigiane di montagna).

12 dicembre: Bonomi forma il suo secondo governo senza gli azionisti e i socialisti, Togliatti vi ebbe la vice-presidenza. Questo governo resterà in carica fino alla liberazione totale del paese.

20 dicembre: 200 uomini delle 120a e 121a Brigata Garibaldi, attaccano il campo d’internamento di Gonzaga e liberano 350 prigionieri.

26 dicembre: il gabinetto Bonomi delega al CLNAI i pieni poteri nell’alta Italia, nel frattempo continua l’ondata di rastrellamenti nell’Italia settentrionale.

1945

1 gennaio: il primo giorno dell’anno registra una calma quasi assoluta su tutto il fronte con l’VIII Armata GB del gen. McCreery attestata sulle rive del fiume Senio, nella piatta pianura romagnola, e la V Armata USA del gen. Truscott a 15 km da Bologna. La calma nei combattimenti durerà molte settimane e permetterà alle unità del Gruppo di armate C di Vietinghoff (X e XIV Armata dei gen. Herr e Lemelsen) di rinforzare le difese e al gen. Clark, che da dicembre ha sostituito Alexander al comando delle forze alleate in Italia, di mettere a punto il piano per l’offensiva finale.

12 gennaio: Inquadrato nel I Corpo d’Armata canadese (VI Armata GB) entra in linea il gruppo di combattimento Cremona del gen. Clemente Primieri che sostituisce la 1a Divisione canadese nel settore tra Alfonsine (Ravenna) e la costa adriatica. Il gruppo è la prima delle sei grandi unità (le altre sono i gruppi Friuli, Legnano, Folgore, Mantova e Piceno) costituite dall'esercito italiano nella seconda metà del 1944, in stretta collaborazione con la missione militare alleata in Italia. Nel settore dell’VIII Armata GB, entrera successivamente (8 febbraio) in linea il gruppo di combattimento italiano Friuli al comando del gen. Arturo Scattini, in sostituzione della Divisione polacca "Kresowa", schierata sul Senio di fronte a Riolo dei Bagni.

22 gennaio: il comando della V Armata USA emana le prime direttive sui programmi di addestramento in preparazione dell’offensiva di primavera sul fronte italiano.

4-11 febbraio: Conferenza di Yalta. Stalin, Churchill e Roosevelt stabiliscono la divisione e le sfere d’influenza in Germania ed Europa.

16 febbraio: il comando della V Armata USA emana le direttive per limitati attacchi delle unità del IV Corpo (previsti a partire dal 20) al fine di rinforzare le posizioni a ovest della Strada Statale 64 (Pistoia-Bologna).

25 febbraio: nel settore della V Armata USA termina la prima fase della limitata offensiva del IV Corpo ad ovest della Statale 64. Sul fianco destro del fronte alleato, i primi reparti del gruppo di combattimento italiano Folgore prendono posizione nel settore del XIII Corpo (VIII Armata GB). Il nuovo esercito italiano completerà entro il 3 marzo lo schieramento a cavallo del fiume Santerno, assumendo la responsabilità del settore già tenuto dalla 6a Divisione GB.

28 febbraio: la 10a Divisione motorizzata USA e la 1a Divisione del Corpo di spedizione brasiliano (IV Corpo della V Armata USA) completano il raggruppamento per la seconda fase dell’offensiva contro i rilievi ad ovest della Strada Statale 64.

2 marzo: nel settore dell’VIII Armata GB, il gruppo di combattimento Cremona (V Corpo) con l’appoggio dei partigiani della 24a Brigata Garibaldi, inizia l'offensiva verso Comacchio.

3 marzo: inizia la seconda fase dell’offensiva limitata e locale del IV Corpo (V Armata USA) verso le alture a nord-est dei monti Torraccia e Castello. Nel settore del V Corpo (VIII Armata GB), la 56a Divisione conquista un solido caposaldo sulla riva orientale del Senio, nei pressi di San Severo mentre il gruppo Cremona continua la battaglia per Comacchio.

4 marzo: prosegue l’offensiva del IV Corpo della V Armata USA che raggiunge Monte Acidola, Madonna di Brasa e Monte della Croce. Sul fianco destro dello schieramento alleato (V Corpo dell’VIII Armata GB), il gruppo di combattimento Cremona entra a Torre di Primaro.

23 marzo: il gen. Heinrich von Vietinghoff succede al feldmaresciallo Kesselring quale comandante supremo delle forze tedesche in Italia.

29 marzo: il CLNAI decreta l'unificazione delle forze partigiane (che non ci sarà il tempo di attuare realmente) e nomina un Comitato insurrezionale composto da Valiani (Partito d'Azione), Pertini (Partito Socialista) e Sereni (Partito Comunista).

1 aprile: durante la notte nel settore del V Corpo (VIII Armata GB) la 2a Brigata Commandos dà il via all’Operazione Roast per liberare la zona di Comacchio.

5 aprile: nel settore della V Armata USA, la 92a Divisione dà il via a un attacco in direzione di Massa.

9 aprile: verso sera l'VIII Armata GB del gen. McCreery inizia una grande offensiva con il V Corpo britannico del gen. Keightley sul fianco destro e con il II Corpo polacco del gen. Anders nel settore di Imola, riuscendo a stabilire delle teste di ponte oltre il Senio rispettivamente nel settore di Lugo e di San Severo-Felisio. Mentre sul fianco sinistro dell’Armata il XIII Corpo britannico del gen. Kirkman resta su posizioni difensive, il X Corpo britannico del gen. Hawksworth con il gruppo di combattimento italiano Friuli lancia a sua volta nella notte un’offensiva oltre il Senio.

10 aprile: dopo cinque giorni di scontri la 92a Divisione della V Armata USA entra a Massa. Continua l’offensiva delle unità dell’VIII Armata GB sul fianco orientale dello schieramento alleato. L’attacco in forze in questo settore coglie di sorpresa la X Armata tedesca del gen. Herr che si aspettava un’offensiva al centro e sul fianco destro del suo schieramento.

11 aprile: nel settore occidentale dello schieramento alleato, la 92a Divisione della V Armata USA conquista Carrara. Sul fianco orientale, dove operano le unità dell’VIII Armata GB, il II Corpo polacco raggiunge il fiume Santerno.

13 aprile: alle formazioni partigiane impegnate con la "Direttiva n.16" di Luigi Longo (tenersi pronti per l'insurrezione finale) arrivò il perentorio comunicato di Clark (comandante delle forze Alleate in Italia).Il nuovo generale avuto sentore dell’iniziativa insurrezionale dei partigiani (infuriati gli alti comandi e lo stesso Truman), invia l'ordine a tutte le forze partigiane di astenersi da qualsiasi operazione militare, insurrezionale e politica. Il comando della V Armata USA rimanda ulteriormente l’inizio dell’offensiva a causa del persistere del tempo sfavorevole. Nel settore dell’VIII Armata GB, il II Corpo polacco espande la testa di ponte oltre il fiume Santerno.

14 aprile: dopo vari ritardi dovuti al cattivo tempo, la V Armata USA può lanciare le sue unità nell’offensiva finale contro le truppe tedesche in Italia, costituite nel settore americano dal XIV Corpo corazzato della XIV Armata del gen. Lemelsen.Il IV Corpo americano attacca verso la pianura padana. Prosegue l’offensiva delle unità dell’VIII Armata GB sul fianco destro dello schieramento alleato.

15 aprile: nel settore della V Armata USA, mentre il IV Corpo procede nei settori di Suzzano e di Vergato, nella notte il II Corpo lancia l’attacco in direzione di Bologna, a est della Statale 64, dopo un intenso bombardamento aereo. Partecipa all’attacco anche il gruppo di combattimento italiano Legnano. Sul fianco orientale dello schieramento alleato, le unità del II Corpo polacco (VIII Armata GB) iniziano ad attraversare il fiume Sillaro.

17 aprile: l’avanzata delle forze Alleate prosegue senza soste. Nel settore occidentale, la 92a Divisione (V Armata USA) punta verso Sarzana, mentre il IV Corpo raggiunge i monti Ferra e Moscoso. Sul fianco orientale dello schieramento, il II Corpo polacco (VIII Armata GB) avanza ad ovest di Medicina mentre il XIII Corpo raggiunge il fiume Gaiana.

18 aprile: Torino non attende la data fissata dell'insurrezione impartita dalla «Direttiva n.16». Gli eventi incalzano con la ritirata dei tedeschi i cui reparti dovrebbero attraversare Torino. Le formazioni partigiane prima riescono a promuovere un grande sciopero generale nelle grandi fabbriche che sono, infatti, occupate, poi scatenano l'offensiva che si estende in tutte le valli piemontesi, soprattutto nel Cuneese, nel Biellese e nella Valsesia. Raggiungendo la zona Sulmonte-San Chierlo, la 10a Divisione da montagna del IV Corpo (V Armata USA) cattura circa 3000 prigionieri del XIV Corpo corazzato tedesco. Sul fianco destro dello schieramento alleato, il V Corpo (VIII Armata GB) conquista Argenta. All’azione partecipa il gruppo di combattimento italiano Cremona.

19 aprile: A Bologna i partigiani organizzano e fanno scattare l'insurrezione che avrà momenti drammatici con centinaia di morti per le strade sia di fascisti che tedeschi con le rappresaglie verso i partigiani, che ormai affrontano i nemici in campo aperto in vere e proprie battaglie militari. Un'epopea della città rossa, dove i suoi partigiani inseguono i tedeschi in ritirata, li precedono per tagliare loro la strada, li accerchiano, li catturano, o li mettono precipitosamente in fuga. Il tutto accadde mentre 1673 missioni di bombardieri alleati sganciano sulla città e in periferia, sul Serio e sul Santerno, 100.000 bombe e spezzoni incendiari. Quando arrivarono gli americani, la città era già stata liberata, ma fumava ancora per i loro bombardamenti, nel frattempo vengono emanate le direttive del comando della V Armata USA per il proseguimento dell’offensiva verso il Po: il piano prevede l’avanzata della 92a Divisione in direzione della Spezia, del IV Corpo verso il Panaro e successivamente oltre il Po tra Ostiglia e Borgoforte, e infine del II Corpo in direzione di Bologna con l’attraversamento del Po tra Ostiglia e Sermide.

20 aprile: la V Armata USA scende dagli Appennini nella pianura padana: il suo IV Corpo raggiunge Casalecchio, nei pressi di Bologna e il II conquista la regione tra Casalecchio e Gesso. Nel settore dell'VIII Armata GB, il X Corpo raggiunge il fiume Idice oltre il quale riescono a stabilire delle teste di ponte il II Corpo polacco e il XIII britannico. Il gen. Vietinghoff, comandante del Gruppo di armate C, ordina il ripiegamento delle forze tedesche (X e XIV Armata) sulla linea del Po: mossa tardiva perché le divisioni corazzate alleate si stanno avventando sulle truppe tedesche lungo tutta la linea del fronte.

21 aprile: il II Corpo Polacco, gruppi del CIL e la 28a Brigata Garibaldi "Bulow", entrano a Bologna e dilagano nella pianura padana: il 30 raggiungono Milano, Torino e Venezia, il 2 maggio entrano a Trieste.

22 aprile: mentre il IV Corpo della V Armata USA raggiunge il Panaro, superando successivamente Modena, il V Corpo dell'VIII Armata GB raggiunge Ferrara.

23 – 27 aprile: il segnale insurrezionale del "Piano A" per la liberazione di Genova scatta nelle prime ore del 23. I partigiani scendono dalle colline, assaltano il porto, dilagano nelle strade, bloccano i reparti in ritirata, procedendo alla cattura di quasi diecimila tedeschi, mentre la lotta continua per cinque giorni. Quando il 27, alle ore 21.20, entrarono i primi reparti della V Armata Alleata, Genova era già una città libera.

23 aprile: Himmler e Goering cercano contatti con gli Alleati per una pace separata, ottenendo un rifiuto. Scoperti da Hitler, vengono espulsi dal partito nazista e destituiti da ogni carica. In Italia il IV Corpo della V Armata USA supera il Po nei pressi di Guastalla e di Luzzara. Nel settore dell'VIII Armata GB, il XIII Corpo stabilisce alcune teste di ponte oltre il Reno, mentre l’8a Divisione del V Corpo raggiunge Ferrara e il Po a Pontelagoscuro.

24 aprile: nel settore della V Armata USA, mentre la 92a Divisione riceve l’ordine di procedere in direzione di Genova, il IV Corpo punta sull’aeroporto di Villafranca, a sud di Verona. Reggio Emilia viene raggiunta dai reparti della 34a Divisione. Anche il XIII e il V Corpo britannico (VIII Armata GB) riescono a stabilire alcune teste di ponte oltre il Po, rispettivamente a Gaiaba e Stienta, e a ovest di Pontelagoscuro. Il Comitato di Liberazione Nazionale ordina l’insurrezione generale nell’Italia settentrionale. Le colonne tedesche in ritirata vengono attaccate dai partigiani che il 25 assumono il controllo di Milano. In Germania le truppe sovietiche accerchiano Berlino.

25 aprile: il CLNAI proclama l'insurrezione generale a Milano, a mezzanotte è scattata l'ora X della «Direttiva n.16», ed inizia lo sciopero generale: tutte le fabbriche vengono occupate. Il CLNAI assume pieni poteri: s’insedia nell'amministrazione della giustizia, nel tribunale di guerra, nei consigli di gestione delle grandi aziende, nei posti chiave del governo della città. Dalla pianura e dalle valli tutti i partigiani convergono nel capoluogo lombardo. Mussolini, dopo aver tentato di trattare la resa con i rappresentanti del CLNAI, fugge con i suoi collaboratori verso la Svizzera. Nella notte, fascisti e tedeschi iniziano l'evacuazione della città. Le unità del IV Corpo (V Armata americana) conquistano l’aeroporto di Villafranca di Verona (10a Divisione da montagna) e Parma (3a Divisione), l'88a Divisione del II Corpo libera Verona. Nel settore dell'VIII Armata GB, la 56a Divisione e il gruppo di combattimento Cremona attraversano il Po presso Polesella e nei pressi della costa. Gli alleati entrano a Mantova, Parma e Verona. A Torgau (120 km a sud di Berlino), "Incontro sull’Elba" tra le forze sovietiche e quelle americane.

26 aprile: il IV e il II Corpo della V Armata USA raggiungono e superano l’Adige nelle zone di Verona e di Legnago; il XIII Corpo dell’VIII Armata GB ad ovest di Badia.

27 aprile: i partigiani catturano Mussolini ed altri gerarchi fascisti a Dongo (Como), mentre cercavano di riparare in Svizzera al seguito di una colonna tedesca. I gerarchi fascisti sono rapidamente giustiziati sulla piazza di Dongo.

28 aprile: catturato dai partigiani mentre si accinge ad abbandonare l’Italia, Benito Mussolini viene giustiziato a Giulino di Mezzegra, presso Dongo, sul Lago di Como, assieme alla sua amante Claretta Petacci. La 92a Divisione americana (V Armata USA) raggiunge Alessandria. La 1a Divisione corazzata del IV Corpo USA raggiunge il Lago di Como presso il confine con la Svizzera, mentre Vicenza viene liberata dal II Corpo. Unità del XIII e del V Corpo (VIII Armata GB) avanzano verso Padova e Venezia.

29 aprile: a Caserta il colonnello Schweinitz e il suo aiutante Wenner, in rappresentanza del gen. Vietinghoff, comandante delle "Heeresgruppe C" in Italia, sottoscrivono il documento che stabilisce la resa incondizionata di tutte le truppe tedesche in Italia a partire dalle ore 13 (ora di Greenwich corrispondenti alle 14 italiane) di mercoledì 2 maggio 1945. Alla firma della resa, oltre a ufficiali americani e inglesi, è presente anche il generale sovietico A.P. Kislenko. Prosegue comunque l’avanzata alleata nell’Italia settentrionale: unità del IV Corpo americano raggiungono Milano, che è già stata liberata dai partigiani, mentre il V Corpo britannico raggiunge Venezia e la 2a Divisione neozelandese del XIII Corpo britannico, avanzando in direzione di Trieste, raggiunge il Piave. Mentre le truppe dell’Armata Italia si arrendono, Hitler sposa Eva Braun nel bunker della cancelleria.

30 aprile: la 92a Divisione della V Armata USA raggiunge Torino, mentre a est unità del II Corpo raggiungono Treviso. Prosegue la marcia delle unità del XIII Corpo britannico verso Trieste.

1 maggio: il II Corpo della V Armata USA inizia a liberare la valle del Piave e si prepara ad avanzare verso l’Austria attraverso il Passo del Brennero.

2 maggio: capitolazione di Berlino. Il ministro delle Finanze Schwerin Von Krosigk forma un "Governo d’affari" che scioglie il partito nazista e destituisce Himmler. In base al documento sottoscritto dai tedeschi a Caserta il 29 aprile, cessano le ostilità su tutto il fronte e si attua la resa incondizionata delle forze tedesche.

7 maggio: firma della "Resa incondizionata" della Wehrmacht al Quartier generale di Eisenhower a Reims da parte del generale Jodl e dell’ammiraglio von Friedeburg.

8 maggio: seconda capitolazione firmata dal feldmaresciallo Keitel, dall’ammiraglio von Friedeburg e dal generale Stumpff, al Quartier generale sovietico del maresciallo Zukov, a Berlino. Come previsto nel trattato di resa incondizionata, firmato il giorno prima, le truppe tedesche cessano ogni attività bellica. E' la fine della guerra in Europa.

13 maggio: le forze di Tito occupano Trieste.

6 agosto: il bombardiere americano B-29 "Enola gay" sgancia la prima bomba atomica "Little boy" su Hiroshima, l’intera città fu rasa al suolo, si contarono circa 100.000 morti e 100.000 feriti.

9 agosto: gli USA sganciano una seconda bomba atomica sulla città di Nagasaki, ripetendo l’ecatombe di Hiroshima.

2 settembre: al largo di Tokio, sulla corazzata Missouri, l’imperatore giapponese Hiro Hito firma al cospetto di Henry Truman la resa incondizionata del suo paese. La seconda guerra mondiale, dopo aver mietuto oltre 50 milioni di vite umane, di cui circa 30 milioni nella sola Europa, era finita esattamente dopo sei anni e un giorno dal suo inizio.