La materia di cui tratta questo studio si discosta
dal «filone» tradizionale e dalla nuova serie dei «Quaderni FIAP» dedicata ai
partiti e movimenti politici. Riteniamo comunque utile fornire ai nostri
lettori un contributo originale per la conoscenza del regime fascista che
questa ricerca di Rosaria Quartararo coglie in uno dei momenti più emblematici
e meno conosciuti.
a fini scientifici e divulgativi del presente articolo
con obbligo di citazione della fonte
Quaderni della FIAP, n.23, Politica fascista nelle Baleari (1936-1939)
Rosaria Quartararo
La politica fascista nelle Baleari,
sullo sfondo della guerra di Spagna, riveste un notevole interesse in quanto
chiarisce la matrice mediterranea dell’intervento italiano a favore di Franco. Sulle ragioni di questo intervento
molto s’è scritto, e in primo piano sono sempre stati sottolineati, come
moventi dominanti, le considerazioni di politica interna, legate cioè al
prestigio del regime fascista, e le considerazioni di politica estera, che
ponevano la necessità di una Spagna governata dalla destra nazionalista.
Entrambe queste considerazioni impegnavano l’Italia ad appoggiare, in modo
massiccio, i nazionalisti spagnoli, perché la loro sconfitta, e la conseguente
vittoria dell’ideologia comunista, sarebbero equivalse alla sconfitta del regime
fascista. Ma oltre a queste motivazioni, che pure costituirono il sostrato
dell’intervento italiano, c’erano, ancor prima, le considerazioni strategiche,
di politica mediterranea, che avevano già in precedenza regolato l’andamento
dei rapporti italo-spagnoli, facendo realisticamente superare al regime
fascista ogni remora ideologica nei confronti della seconda repubblica
spagnola. Proprio queste considerazioni strategiche emersero evidenti allo
scoppio della guerra civile: la Spagna apparve allora come la chiave di volta
per il consolidamento della posizione italiana nel Mediterraneo, già
notevolmente rafforzata in seguito alla conquista dell’Abissinia. La rivolta
dei generali spagnoli nel Marocco offrì all’Italia l’occasione propizia per
allargare la sfera della sua influenza nell’intero teatro del Mediterraneo. È in questo contesto di politica
mediterranea che si spiega l’intervento italiano ed il suo corollario
immediato, e cioè l’occupazione di Majorca per instaurare il controllo politico
e militare dell’Italia sulle Baleari. La fascistizzazione di Majorca, ad opera
di Arconovaldo Bonaccorsi, non costituì un’avventura breve ed episodica. Al di
là del carattere singolarissimo del personaggio e delle sue «rodomontate» quasi
coreografiche, si celava l’obiettivo preciso di procurare all’Italia delle basi
navali ed aeree di primaria importanza nel Mediterraneo occidentale, tali da
vanificare la superiorità strategica che la Gran Bretagna e la Francia avevano
finallora detenuto in quel settore del grande mare. Da questo punto di vista,
tutta la politica italiana verso la Spagna, nella prima metà degli anni trenta,
si colloca nel quadro di una più vasta politica di espansione mediterranea che,
pur avendo finalità imperialistiche, seppe assumere caratteri diversi per
adeguarsi al particolare contesto politico e socio economico delle diverse aree
in cui si svolse. Nel caso della Spagna, la politica fascista si mantenne
accuratamente fluida e aperta a diverse possibilità, a seconda dell’evoluzione
delle vicende della guerra civile. E tuttavia, mantenne intatti i suoi
obiettivi politici, che erano sostanzialmente due: in primo luogo, sottrarre la
Spagna alla tradizionale protezione franco-britannica e sostituirvi l’influenza
italiana; in secondo luogo, acquistare delle teste di ponte in territorio
spagnolo, da poter usare nel caso di un futuro conflitto europeo che avrebbe
necessariamente coinvolto anche il Mediterraneo. L’abilità politica di Franco non
permise l’attuazione di questi due obiettivi italiani. Prima che scoppiasse la
guerra nel Mediterraneo, il piccolo impero mussoliniano nelle Balneari era già
crollato come un castello di carte. Eppure, indipendentemente dal suo
fallimento, la portata delle attività italiane a Majorca riveste un interesse
notevole, in quanto attesta immediatamente la priorità che le considerazioni
strategiche ebbero, rispetto a quelle ideologiche, nel determinare l’intervento
italiano nella guerra di Spagna.