La Malfa Ugo

Ugo La Malfa (da Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano, 1976, vol. III, pp. 251-252)

Nato a Palermo il 16 maggio 1903, morto a Roma il 26 marzo 1979; laureato in Scienze diplomatiche e consolari.Durante gli anni del regime mussoliniano partecipò attivamente alla lotta contro il fascismo. Funzionario dell’Ufficio Studi del Banco di Sicilia e poi della Banca Commerciale Italiana, collaborò alla rivista «Pietre» fondata da Lelio Basso, alla «Riforma sociale» diretta da Luigi Einaudi e alla Enciclopedia Treccani. Arrestato per le sue attività antifasciste, nel 1934 si trasferì a Milano, dove strinse rapporti con i gruppi clandestini di «Italia Libera» e di «Giustizia e Libertà». In stretta collaborazione con Ferruccio Parri, nel 1942 contribuì a dar vita al Partito d’Azione.

Nel 1943, ricercato dalla polizia fascista, si rifugiò in Svizzera. Rientrò in Italia dopo il 25 luglio e da quel momento svolse un’intensa attività politica quale membro dell’esecutivo del Partito d’Azione che rappresentò nel Comitato centrale di liberazione nazionale.

Dopo la Liberazione

Ministro dei Trasporti nel governo Parri (1945), nel 1948 lasciò il Partito d’Azione e, insieme a Parri, fondò il Movimento Repubblicano Democratico che, nel 1947, confluì nel Partito repubblicano italiano.

Deputato alla Costituente, fu rieletto in tutte le successive legislature. Ministro per il Commercio estero nel primo governo De Gasperi (10 dicembre 1945-20 febbraio 1946), tornò al governo come ministro senza portafoglio nel sesto gabinetto De Gasperi (27 gennaio 1950-19 luglio 1951) e poi, di nuovo al Commercio estero, nel successivo (26 luglio 1951-7 luglio 1953). Fu nuovamente al governo, come ministro del Bilancio, nel quarto gabinetto Fanfani (22 febbraio 1962-16 maggio 1963).

Dall’aprile 1965 divenne segretario del Partito repubblicano italiano, incarico mantenuto nel luglio 1973, quando entrò a far parte del governo Rumor come ministro del Bilancio. Ne uscì nell’aprile 1974 per entrare poi a far parte, come vice presidente del Consiglio, del governo Moro nel novembre dello stesso anno, sino alle sue dimissioni nel gennaio 1976.

Quale Repubblica?

Ugo La Malfa concluse una «lezione» su «Fascismo e antifascismo» tenuta a Milano nel 1962, con queste parole: «Attraverso la lotta di Liberazione, l’antifascismo, la Resistenza, sofferenze, sacrifici, passione, di cui vi ha dato testimonianza l’amico Ferruccio Parri, noi siamo arrivati alla repubblica. Ma questa che abbiamo fondato è una repubblica di restaurazione o è una repubblica democratica di rinnovamento? È un quesito assai grave.

Nel Risorgimento si ebbe lo stesso problema. Mazzini, Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele non erano la stessa cosa e non volevano le stesse cose. Nell’aspirazione all’indipendenza del paese erano consapevolmente o inconsapevolmente uniti. Dal punto di vista di come concepire il nuovo Stato unitario, Mazzini e Garibaldi erano Mazzini e Garibaldi: Cavour e Vittorio Emanuele erano Cavour e Vittorio Emanuele.

Nel Risorgimento l’ideale politico della corrente democratica popolare fu sconfitto. L’unità d'Italia era stata fatta, ma non era stata fatta e creata l’Italia quale i democratici la concepivano. Oggi, nel centenario dell’unità, è un problema importante sapere se la repubblica sarà un fatto di restaurazione o una premessa di rinnovamento. A questo problema alcuni partiti hanno già dato una risposta; altri, come il partito cui l’onorevole Clerici appartiene [Democrazia Cristiana, n.d.r.], la devono ancora dare. Speriamo che la diano in senso positivo».

Scritti e discorsi di Ugo La Malfa sono stati raccolti in un volume dal titolo La politica economica in Italia dal 1946 al 1962 (Milano, 1962). Nel 1974 ha pubblicato La Caporetto economica (Milano).

Nel Risorgimento l’ideale politico della corrente democratica popolare fu sconfitto. L’unità d'Italia era stata fatta, ma non era stata fatta e creata l’Italia quale i democratici la concepivano. Oggi, nel centenario dell’unità, è un problema importante sapere se la repubblica sarà un fatto di restaurazione o una premessa di rinnovamento. A questo problema alcuni partiti hanno già dato una risposta; altri, come il partito cui l’onorevole Clerici appartiene [Democrazia Cristiana, n.d.r.], la devono ancora dare. Speriamo che la diano in senso positivo».