Storia della FIAP

Qual è la storia della FIAP?

La FIAP venne fondata nel 1949 con l’obiettivo di valorizzare il contributo originale che seppero portare alla lotta di liberazione e alla Resistenza gli uomini e le donne ispirati dall’antifascismo liberal-radicale di Gobetti, dalla lezione di Gaetano Salvemini, di Riccardo Bauer, di Pietro Calamandrei, dal socialismo liberale di Giustizia e Libertà di Carlo Rosselli e di Emilio Lussu e poi dal Partito d’Azione: un antifascismo rigoroso nei valori e negli ideali ma anche denso di programmi e di proposte concrete la cui validità è ancora tanto attuale.

La FIAP nasce dalla ferma convinzione che le associazioni degli ex partigiani debbano mantenersi indipendenti dal sistema politico contingente: questo non vuol dire che i singoli aderenti non possano avere le loro appartenenze partitiche, ma l’Associazione deve restarne svincolata, ponendosi come garante dei valori che si sono affermati nella Resistenza, sanciti poi nella Costituzione.


Contributi alla storia della FIAP e della Resistenza

Riportiamo qui il contributo di alcuni importanti protagonisti della storia della FIAP e di intellettuali che hanno voluto contribuire a scriverne la storia.

Chi ha contribuito a farla crescere?

Primo presidente della FIAP e suo maggiore animatore fu Ferruccio Parri, che fondò l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e costituì la rete degli istituti della Resistenza.

Fu lui a esprimere più volte la necessità di raccogliere la documentazione storica delle formazioni GL perché il significato e il valore di quell'esperienza e di quel patrimonio etico-politico non andasse disperso.

Esponenti della FIAP furono inoltre Piero Calamandrei, Bianca Ceva, Norberto Bobbio, Nuto Revelli, Ezio Vigorelli, Gaetano Arfè, Leo Valiani, Tristano Codignola, Ugo La Malfa e molti altri.

La FIAP è stata presieduta a lungo da Aldo Aniasi, che ha introdotto e tramandato il criterio della doppia tessera FIAP-ANPI, per testimoniare la volontà di agire in stretta collaborazione per gli obiettivi comuni: “la nostra - scriveva - vuole essere una iniziativa di conoscenza e di ricostruzione storica proprio di uno degli aspetti che meglio esprimono la pluralità dei contributi, umani, culturali, politici e militari di cui si alimentò la Resistenza, di quella unità tra diversi che fu la condizione forse essenziale per la sua vittoria”.