Presidenti e protagonisti

Presidenti della FIAP dal 1949 ad oggi:

Ferruccio Parri dal 1949 al 1969

Francesco Albertini dal 1970 al 1976

Enzo Enriques Agnoletti dal 1976 al 1987

Aldo Aniasi dal 1987 all'agosto 2005

Francesco Berti Arnoaldi Veli dal 2005 al 27 aprile 2012

Mario Artali dal 2012 al giugno 2021

Luca Aniasi dal 15 giugno 2021 ad oggi

Ferruccio Parri

Piemontese, eroe di guerra con tre medaglie al valore nel primo conflitto mondiale, antifascista di tendenza liberal-democratica, Ferruccio Parri diventa noto ai più per aver aiutato la fuga di Filippo Turati in Francia, finendo per questo in carcere e al confino. Sono gli anni in cui conosce Carlo Rosselli, la cui influenza lo porta vicino al socialismo liberale e in seguito al movimento Giustizia e Libertà. Con l’inizio della Resistenza armata, dopo l’8 settembre 1943, Parri rispolvera il coraggio dimostrato in guerra e diventa un capo partigiano, noto come Maurizio (dal nome di un monte dove andava da bambino). Esponente del Partito d’Azione, punto di riferimento dei partigiani di Giustizia e Libertà, Parri diventa un importante collegamento con le forze anglo-americane.

Fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI) ed è vice-comandante dei Volontari per la libertà, il comando militare della Resistenza. Nel 1945 Parri è nominato Presidente del Consiglio di un governo di unità nazionale. Nel 1946 viene eletto alla Costituente e poi diventa senatore come esponente della sinistra indipendente. Nominato senatore a vita, scrive molti saggi per far conoscere i valori della Resistenza ed è, fino alla sua morte, nel 1981, presidente della FIAP.

Francesco Albertini

Nato a Gravellona Toce (VB) il 30 dicembre 1906, deceduto a Verbania il 17 dicembre 1996, avvocato, parlamentare socialista, dirigente dell'ANED, presidente della FIAP dal 1970 al 1976.

Attivo antifascista, Francesco Albertini quando era studente in Legge all'Università di Torino, militava già nei gruppi comunisti clandestini presenti in quell'Ateneo. Arrestato nel 1932 il giovane se la cava grazie all'amnistia e riprende il suo impegno clandestino.

Non così nel dicembre del 1943, quando Albertini, che è tra gli organizzatori della Resistenza nell'Ossola, non solo finisce in carcere a Torino, ma di qui, nel febbraio del 1944, è deportato a Mauthausen e dopo tre giorni di tradotta, immatricolato con il numero 53347.

Classificato come "Schutzhaftlinge" (prigioniero per motivi di sicurezza), il deportato è trasferito dai nazisti al sottocampo di Gusen. Ma Albertini non cede e, nel Lager, entra a far parte dell’organizzazione internazionale di resistenza del sottocampo, dal quale sarà liberato il 5 maggio del 1945, con l’arrivo delle truppe americane.

È il 29 giugno quando Francesco Albertini, finalmente, può tornare in Italia. Il tempo di riprendersi dalle sofferenze subite ed eccolo di nuovo al lavoro per quegli ideali ai quali ha dedicato tutta la sua vita. Nelle prime consultazioni elettorali dopo la Liberazione l’avvocato Albertini viene eletto consigliere provinciale di Novara. Nel 1958 e nel 1963 è eletto deputato per il PSI.

Nel 1963, nominato senatore, diventerà vice presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama; sarà anche deputato europeo e in tutti questi incarichi (farà parte come sottosegretario al Tesoro del 2° e 3° Governo Moro), Albertini si adopererà per proporre e far approvare leggi a favore degli ex deportati, che rappresenterà per tutta la sua lunga vita, come dirigente della loro Associazione nazionale e le cui sofferenze, nel 1982, ricorderà nel saggio "Come e perché i Lager nazisti".

Enzo Enriques Agnoletti

Nato a Bologna nel 1909, deceduto a Firenze nel 1986, laureato in Giurisprudenza, parlamentare.

Antifascista militante, condannato a cinque anni di confino in Abruzzo, fu uno dei fondatori del movimento liberalsocialista e quindi, nelle file del Partito d'Azione e dei gruppi partigiani di "Giustizia e Libertà", una delle maggiori personalità della Resistenza toscana. Sua sorella, Anna Maria, del Movimento cristiano sociale, caduta nelle mani dei nazifascisti a Firenze, fu assassinata dopo giorni di torture.

Enriques Agnoletti affiancò Piero Calamandrei nella fondazione (nell'aprile 1945) del mensile di politica e di cultura Il Ponte del quale, dopo la scomparsa di Calamandrei, assunse la direzione. Anche in questa veste ha partecipato, in Italia e nei vari continenti, a tutte le iniziative a favore dei popoli in lotta per la loro liberazione nazionale, cominciando dal Vietnam e dalla denuncia delle atroci armi di sterminio utilizzate dal governo statunitense e passate a lungo sotto silenzio, a parte qualche eccezione, dai media italiani. Eletto al Consiglio comunale di Firenze, in rappresentanza del Partito socialista, fu vice-sindaco nella seconda Giunta di Giorgio La Pira (1961-64), che aprì un corso politico senza eguali, per la difesa della pace nel mondo e dei posti di lavoro in Italia. L'ultima fase della sua vita - estromesso dal Partito socialista, perché solidale con Tristano Codignola contro la segreteria craxiana - fu segnata dall'elezione in Parlamento per il gruppo della Sinistra indipendente, fondato da Ferruccio Parri. Enzo Enriques Agnoletti rivestì, sia pure per breve tempo, anche l'incarico di vicepresidente del Senato.

Molto importanti i saggi da lui pubblicati sulla Resistenza in Toscana.

Aldo Aniasi

Aldo Aniasi era nato a Palmanova, in provincia di Udine il 31 maggio del 1921.

Suo padre fu il primo procuratore del registro del governo in quella città: di origine piemontese, valsesiano più precisamente, anche se in realtà era lombardo.

Sua madre era modenese.

Per i trasferimenti dovuti al lavoro di suo padre, Aniasi ha vissuto a Rapallo, Mirandola, Rho, Desio, Codogno, Magenta.

Si è trasferito a Milano nel 1938: sei anni prima aveva conosciuto la città visitando la Fiera Campionaria.

Tra i suoi maestri, Emilio Caldara, il grande sindaco di Milano pre e durante la prima guerra mondiale. Caldara stava dalla parte dei deboli, senza finzioni; affrontava i problemi aggredendoli, ma senza perdere mai di vista gli ideali del socialismo riformatore.

Un altro uomo di grande insegnamento è stato Ezio Vigorelli al quale Aniasi deve molto sul piano umano e politico.

Iscritto al PSI fino alla scissione di Palazzo Barberini del ’47, passò poi al PSLI.

Con giovani di “Iniziativa socialista” (Italo Pietra, Mario Zagari, Giuliano Vassalli, Leo Solari) oltre che con Vigorelli e Antonio Greppi, Aniasi visse le tormentate vicende socialiste rientrando nel ’59 nel PSI.

Nel ‘51 consigliere comunale, dal ‘54 al ‘59 assessore all’Economato, nel ‘61 assessore ai Lavori pubblici fino al ‘64 e poi assessore anziano fino al ‘67 quando fu eletto sindaco di Milano, carica che ricoprì per oltre dieci anni.

Amministratore di ospedali, consigliere della BNL, fondatore dell’A.N.E.A. (Associazione Nazionale Enti di Assistenza), Aniasi fu decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare durante la Resistenza come Comandante partigiano e di Medaglia d’Oro "al Merito della Istruzione e della Cultura" per la sua attività politico-istituzionale.

Dopo l’esperienza di amministratore e di primo cittadino di Milano, Aniasi fu eletto alla Camera dei Deputati nel 1976 e rimase in Parlamento fino al 1994.

Partecipò a due governi come Ministro della Sanità e come Ministro per gli Affari Regionali.

Conclusa l’esperienza governativa, nel 1983 si dedicò interamente all'attività istituzionale ricoprendo per quasi 10 anni la carica di Vice Presidente della Camera dei Deputati.

Tra gli altri incarichi, Aniasi fu Presidente della Commissione Istruzione Cultura Informazione, relatore alla Camera dei Deputati per la Legge sull'Editoria, membro della Commissione di controllo sul sistema Radio televisivo.

Da Sindaco di Milano fu Presidente del Centro di Collaborazione tra le Grandi Città del Mondo, fondatore e Presidente del Circolo di Via de Amicis 17, e da ultimo Presidente Nazionale della F.I.A.P. Federazione Italiana Associazioni Partigiane.

Di lui il Presidente Emerito Carlo Azeglio Ciampi ha scritto: "Profondamente legato alla città di Milano, Aniasi ha rappresentato nei prestigiosi incarichi ricoperti un esempio di passione e dedizione al bene della collettività".

Consulta il sito della FONDAZIONE ALDO ANIASI

Consulta il sito dell'Archivio Storico ALDO ANIASI

Francesco Berti Arnoaldi Veli

Nato a Bologna il 19 maggio 1926. Nome di battaglia Checco, partecipa alla Resistenza nella Brigata “Giustizia e Libertà” che il 20 ottobre 1944 libera Gaggio Montano, costituendovi la prima amministrazione democratica mentre ancora è in corso il conflitto. Fa parte del C.N.L. di Gaggio Montano fino all'estate 1945.

Avvocato, è consigliere dell’Ordine forense di Bologna dal 1970 al 1978 e partecipa nel 1988 alla Commissione Riforma del C.S.M. sul nuovo processo civile.

Sempre impegnato per tenere viva la memoria della Resistenza, è Presidente dal 1981 al 1995 dell'Istituto regionale "Ferruccio Parri" per la Storia del movimento di liberazione in Emilia Romagna e membro del consiglio direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.

Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo insignisce nel 1992 dell’onorificenza di grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 1998 onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica.

Nel 2005 è nominato Presidente nazionale della F.I.A.P. - Federazione Italiana Associazioni Partigiane. Francesco Berti Arnoaldi è anche autore di "Cantatine partigiane" (Bologna, 1966), "Coi miei compagni io devo restare" (Venezia, 1975), "Viaggio con l’amico" (Palermo, 1991), "L’Amico cattolico" (Bologna 2005).