Biaco Alberto

Alberto Bianco (Taggia 1917- 1997)

Alberto nasce a Taggia nel 1917. Consegue la maturità al liceo classico Mazzini di Genova nel 1935 e si iscrive alla facoltà di veterinaria dell'Università di Torino, presso la quale si laurea nel luglio 1939.

Chiamato alle armi, diventa sottotenente dopo avere frequentato il corso da allievo ufficiale e viene assegnato in qualità di veterinario alla Divisione Taurinense, nel 3° Reggimento alpini. Durante la seconda guerra mondiale è impegnato prima sul fronte francese e in seguito, nel 1941-1942, in Montenegro. Rientra in Italia nel marzo 1943, pochi mesi prima la caduta del regime fascista, e al momento dell'armistizio dell'8 settembre si trova a Torino, riuscendo a sottrarsi all'arresto del suo reparto da parte dei tedeschi.

Entrato in contatto, attraverso il fratello Dante Livio, nei mesi precedenti con gli ambienti torinesi del Partito d'azione, alla fine di novembre del 1943 raggiunge la banda "Italia Libera", la prima formazione che si era costituitala già l’11 settembre del ‘43 per iniziativa di Duccio Galimberti, di Livio Bianco e altri a Madonna del Colletto, a cavallo tra la Valle Gesso e la Valle Stura: è da questo esiguo nucleo, composto da una dozzina di civili, in gran parte vecchi militanti antifascisti, che usciranno, attraverso successive espansioni e filiazioni, poi, tutte le formazioni GL del Cuneese

Alberto per tutto il periodo della Resistenza combatte nelle formazioni partigiane azioniste "Giustizia e libertà", nelle quali milita anche la fidanzata Alda Frascarolo, che sposa nel gennaio 1945. In un primo momento vicecomandante di Nuto Revelli alla testa della IV banda, collegata a "Italia Libera" e dislocata nel Vallone dell'Arma, Alberto Bianco assume in seguito la guida della V banda che diviene poi la brigata "Paolo Braccini", parte della I divisione Gl, che ha base a Pradleves, in Valle Grana. All'inizio del 1945, diventa comandante della III divisione Gl, stanziata nelle Langhe nella zona tra Monforte e Monchiero.

Dopo la Liberazione, conseguita una seconda laurea a Torino in Giurisprudenza, Bianco entra alla Olivetti, diventandone, come responsabile delle filiali estere, un importante dirigente. Nel dopoguerra, inoltre, si impegna attivamente nella trasmissione della storia e della memoria della Resistenza: fa parte degli organi direttivi del Centro studi Piero Gobetti, del Museo del Risorgimento di Torino, dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione avvocato Faustino Dalmazzo e dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo, del quale assume la vicepresidenza.

Mantiene un saldo legame con Valdieri, paese d'origine della famiglia, e con le valli montane circostanti: è infatti tra i promotori del Parco dell'Argentera (poi Parco delle Alpi Marittime), del quale è presidente dal 1983 al 1995. Muore il 4 ottobre 1997.