Congresso di Salice Terme - Piero Calamandrei e la Costituzione - 13 aprile 1997
Pubblichiamo di seguito, l'intervento, tenuto nell'occasione, dall'Onorevole.
Pietro Amendola, Segretario generale dell'Anppia.
Compagne e compagni, ringrazio vivamente il vostro
presidente Aldo Aniasi per avermi invitato ad intervenire di persona,
ma evidentemente in rappresentanza dell'Anppia, alle manifestazioni
per i 50 anni dalla fondazione della Fiap. E aggiungo subito, caro
Aniasi, che è soltanto questa rappresentanza dell'Anppia che mi fà
accettare l'espressione, altrimenti eccessiva, secondo la quale la mia
presenza qui oggi è un onore per la Fiap.
E, invece, effettivamente è più che giusto l'onore da
attribuire all'Anppia, unica associazione, ed associazione da sempre
unitaria, degli italiani che per la loro attiva militanza antifascista
furono perseguiti dalla dittatura: carcerati, processati, condannati,
reclusi, confinati.
Italiani tra i quali, in una loro rappresentanza che
l'Anppia ha assunto sempre almeno idealmente, vi furono anche quei
grandi combattenti antifascisti che sono stati Ferruccio Parri e Leo
valiani, Valiani era oltretutto della nostra Presidenza onoraria, nel
nome dei quali viene appropriatamente celebrato il cinquantesimo della
Fiap.
E celebrato assai giustamente anche all'insegna della ribadita unità delle Associazioni della Resistenza.
Questa unità che ha le sue lontane radici in quella
unità prima e dopo l'8 settembre anche Parri e Valiani
instancabilmente perseguirono malgrado difficoltà alle volte
traumatiche.
E la perseguirono dalle nobili sponde di Giustizia e
Libertà, matrice del Partito d'Azione e delle sue formazioni
partigiane, anche nel nome, nell'insegnamento e nell'esempio di un
grande italiano, il Martire della Libertà Carlo Rosselli fondatore di
Giustizia e Libertà. Rosselli esempio appunto anche di irriducibile
convinzione dell'unità antifascista con i comunisti malgrado roventi
polemiche come quelle ai tempi della follia del "socialfascismo" a
quelle dopo il patto russo-tedesco dell'agosto '39. Polemiche che non
arrivarono mai a tal punto che Giustizia e Libertà, una minoranza se
anche assai qualificata, pensasse lontanamente che la battaglia
antifascista potesse fare a meno della grande maggioranza costituita
dai comunisti, per la quasi totalità autentici lavoratori.
E' stata, allora, proprio la rappresentanza ideale
della veste di carcerati e confinati che ebbero Rosselli, Parri,
Valiani e tanti altri militanti di Giustizia e Libertà, unitamente
alla riscoperta della validità di tanta parte del pensiero di
Rosselli, che hanno indotto quest'anno l'Anppia a dedicare
particolarmente risalto e anche iniziative assai impegnative a
Giustizia e Libertà nelle carceri e nelle isole di confino fasciste.
Così è nato a Ventotene il 3 settembre al Seminario su
"L'Europa degli ideali e dei popoli" quando è toccato a me, per
l'Anppia, tenere la prima relazione, quella sul tema "Carcere e confino
laboratori politici per la redenzione dell'Italia dalla dittatura alla
libertà e alla democrazia".
E la professoressa Cinzia Rognoni Vercelli che ha tenuto
la relazione successiva alla mia, e che oggi ascolterò di nuovo con
lo stesso ben meritato interesse, è buona testimone del maggiore
spazio che ho dedicato ai carcerati e confinati di Giustizia e
Libertà, tra i quali Vittorio Foa mio compagno dal '40 al '43 nel
secondo camerone del carcere di Civitavecchia.
Ma è soprattutto a Lipari, il 23-24 settembre, che
l'Anppia si è assunta un compito particolarmente gravoso, e credo che
lo abbiamo assolto bene: ricordare il pensiero e l'azione di Carlo
Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti nei 70 anni dalla loro
leggendaria fuga dal confino in quell'isola e nel centenario, il
prossimo 16 novembre, della nascita di Rosselli. Ricordare soprattutto
per riaffermare, contro ogni pervicace negazione, l'effettiva
incidenza dell'antifascismo militante unito sulla nascita e la
costruzione della nuova Italia repubblicana.
Non potendo, ovviamente, allungarmi entrando nel merito
del convegno e dell'assemblea di studenti che abbiamo tenuto, aggiungo
soltanto che, sia pure con qualche fatica, siamo riusciti a portare a
Lipari anche i discendenti dei tre protagonisti della storica fuga.
Il ché ha avuto un positivo impatto emotivo su tutti i presenti.
Cari compagni, credo che bastino queste sommarie
informazioni e l'aggiunta di una soltanto delle motivazioni personali,
Rosselli che dà al suo primo figlio il nome di Giovanni in memoria di
mio Padre vittima della violenza fascista, bastino a dirvi l'animo
quanto mai fraterno ed aperto col quale vi reco il saluto beneaugurale
dell'Anppia. L'augurio soprattutto a voi, a noi, a tutte le altre
associazioni partigiane e antifasciste, che la nostra unità possa
acquistare forza divenendo, se non osteranno ancora difficoltà varie
fino ad oggi insuperate, una vera e propria unità organica con una
comune associazione dell'Antifascismo e della Resistenza.
A distanza di oltre cinquemila e oltre sessant'anni da
quegli eventi drammatici ai quali prendemmo parte e giunti alle soglie
del 2000 il nostro compito inderogabile di salvaguardare la memoria
storica dell'Antifascismo e della Resistenza, e perciò stesso la
recuperata identità nazionale, contro crescenti, molteplici attacchi
dolosi favoriti da colpose sorprendenti smemoratezze e deliberate
ignoranze; questo compito, ripeto inderogabile, diviene sempre più
arduo perchè si fanno sempre più ridotti, e per l'Anppia sono ormai
ridottissimi, i ranghi dei nostri associati, gli italiani superstiti
che si batterono prima contro la dittatura e poi nella Resistenza per
la libertà dell'Italia e degli italiani.
Sta bene, benissimo, l'unità delle Associazioni della Resistenza, unità ancora e sempre finchè avremo vita.
Ma dobbiamo assolutamente trovare assieme prima che
sia troppo tardi la strada che possa far mettere in salvo e custodire
da nuove fresche e combattive energie quella comune memoria storica
della quale fate parte anche voi, compagni della Fiap, una parte che è
più che giusto che venga meglio conosciuta e meglio apprezzata.