Zeno Il Conte Sforza
Redazionale. Recensione al volume di Livio Zeno, Il conte Sforza. Ritratto di un grande diplomatico, Le Monnier, Milano, 2000, pp. 548.
È uscita testé la ristampa del libro di Livio Zeno Il Conte Sforza - Ritratto di un grande diplomatico con la prefazione di Lamberto Dini - Le Monnier.
Una nota editoriale ci informa che l'edizione del 1975 non ebbe il meritato rilievo per il clamore suscitato da avvenimenti interni ed internazionali che assorbirono l'attenzione dei potenziali lettori.
Di educazione antifascista e repubblicana, orientamenti assorbiti in ambito familiare, incline agli studi storici, Livio Zeno, laureato in Filosofia alla Sapienza, trovò nel Conte Sforza un personaggio congeniale. Livio Zeno, a Londra all'inizio della guerra 1940-45, fu dapprima confinato in Canada nella sua qualità di cittadino di uno stato nemico, ma poi presto richiamato a Londra dove collaborò intensamente alle trasmissioni della BBC.
Forse non molti che abbiano ascoltato con emozione quelle proibitissime trasmissioni sono oggi con noi per testimoniare. Ritornato in Italia Livio Zeno divenne redattore del giornale radio della RAI. E non ricordo se prima o dopo o contemporaneamente addetto al Gabinetto e alla Segreteria del Conte Sforza, Ministro degli esteri nei Gabinetti De Gasperi. Livio fu a Parigi e assistette al memorabile discorso di De Gasperi in una giornata storica.
Di Sforza nel ritratto di Livio Zeno non emergono soltanto le qualità di diplomatico, ma anche quelle di statista con ampia visione del futuro del Paese e dell'Europa (entrambe messe in evidenza dal Ministro Dini).
A lui, assieme a De Gasperi, si debbono le scelte allora contrastate dell'Atlantismo e dell'Europeismo con lo sguardo ben al di là del punitivo trattato di pace, destinato ad essere rapidamente superato.
Non soltanto alla fine della seconda guerra mondiale dal '49 al '52 Ministro degli esteri, ma anche al termine della prima nei governi Nitti del '20-21 ebbe il merito di far prevalere un suo orientamento nel trattato di Rapallo con la Jugoslavia basato sull'ipotesi di un futuro di buone relazioni tra i due paesi affacciati alle due sponde dell'Adriatico, sfidando le recriminazioni della vittoria mutilata e della pace tradita.
Tra le due guerre Sforza si dimette nel 1922 dalla carica di ambasciatore a Parigi e rimane sulla scena politica quale integerrimo ed implacabile avversario del Fascismo. Sarà anche convinto avversario del Re Vittorio Emanuele III succube di Mussolini e corresponsabile delle malefatte e dei crimini del Fascismo.
L'atteggiamento antimonarchico gli creerà problemi con Churchill che credeva di poter contare sulla monarchia come fattore di equilibrio nell'Italia post-bellica sconfitta e liberata.
Adamantina coerenza di Sforza per più di vent'anni esule dell'Italia per motivi morali e politici.
Agli inizi della sua carriera Sforza sotto la guida di Visconti Venosta, già Ministro degli esteri, parteciperà alla Conferenza e al Trattato di Algesiras nel 1906 dove già si manifestano le rivalità europee che esploderanno con la prima guerra mondiale.
Livio Zeno traccia una rigorosa, ma ad un tempo appassionata biografia dello statista e si sofferma sulle visioni lungimiranti e sottolinea le sue ferme incrollabili convinzioni politiche e morali.
Questo libro si legge anche come un'indiretta biografia di Livio Zeno diplomatico (Nato e Nazioni Unite), giornalista BBC - RAI quotidiani e Direzione della Voce Repubblicana, politico, membro della Direzione repubblicana.
Il libro è un grande contributo per chi voglia approfondire la storia del nostro Paese particolarmente nelle vicissitudini al termine delle due guerre mondiali e si raccomanda vivamente alla lettura.
Livio Zeno impareggiabile amico che mi ha anche onorato con la citazione tra gli amici e le personalità cui si era rivolto per osservazioni (certamente non necessaire) sulla stesura del suo libro, mancato a 81 anni nella sua Trieste all'inizio del 1993 è stato commemorato dalla Lettera ai Compagni nel numero di aprile '94.